46.1a.1 All. Seslerion apenninae Bruno & Furnari 1966

Sinonimi

[Caricion kitaibelianae Migliaccio 1970 nom. inval. (art. 3f)]

Riferimento del Tipo (holotypus e diagnosi)

Seslerietum apenninae Furnari 1961 corr. Furnari 1966


Definizione e descrizione (declaratoria)

Praterie xerofitiche e basifile, che si sviluppano nel piano bioclimatico a termotipo orotemperato, con penetrazioni nei piani a termotipo mesotemperato superiore e criorotemperato inferiore, nell’Appennino calcareo, dalle Alpi Apuane al Pollino. Si tratta di comunità contraddistinte da un folto contingente di specie endemiche, subendemiche, mediterraneo-montane e di orofite S-Europee.

Definizione e descrizione inglese

Xerophilous and basophilous grasslands that grow in the orotemperate thermotypes, also extending to the upper supratemperate and lower cryorotemperate thrmotypes, in the calcareous Apennines, from the Apuan Alps to the Pollino Mountain. These communities are characterized by the abundance of endemic, sub-endemic, Mediterranean-montane species and southern European orophytes.

Ecologia

Comunità xerofitiche, pioniere e durevoli, che si sviluppano nel piano a termotipo orotemperato, con penetrazioni in quelli a termotipo mesotemperato superiore e crioorotemperato inferiore, sui versanti acclivi dei rilievi e lungo le creste, su suoli primitivi soggetti a fenomeni di crioturbazione. Nelle aree a termotipo criorotemperato costituiscono la vegetazione edafoxerofila in collegamento catenale con le cenosi dell’alleanza Oxytropido-Kobresion, suballeanza Leontopodio-Elynenion myoruroidis. Nelle aree a termotipo supratemperato inferiore e mesotemperato superiore viene vicariata dalle praterie durevoli sub-primarie dall’alleanza Carici humilis-Seslerion apenninae.

Distribuzione

Alleanza endemica dell'Appennino, presente dalle Alpi Apuane al Pollino.

Struttura della vegetazione e composizione floristica

Comunità pioniere, xerofitiche, discontinue, talora a dominanza di Sesleria apennina o S. juncifolia subsp. juncifolia (= S. tenuifolia). La composizione floristica di queste cenosi risulta contraddistinta dall’abbondanza di specie endemiche, subendemiche, mediterraneo-montane e di orofite S-Europee.

Contesto paesaggistico e sinsistema di riferimento

Le cenosi del Seslerion apenninae, diffuse sui settori sottoposti a frequenti fenomeni di crioturbazione, sono per lo più edafoxerofile e a carattere durevole. I seslerieti del Seslerion apenninae sono praterie primarie o subprimarie che si localizzano al di sopra del limite della vegetazione arborea e non evolvono a causa delle condizioni limitanti dovute ai forti venti e alle escursioni termiche. Localmente, nel piano subalpino, nelle condizioni geomorfologiche favorevoli, il seslerieto a Sesleria apennina o a S. juncifolia contrae rapporti dinamici con i ginepreti dell'alleanza Daphno oleoidis-Juniperion alpinae Stanisci 1997. Segnalati, inoltre, contatti con gli arbusteti a pino mugo dell’Epipactido atropurpureae-Pinion mugo Stanisci 1997. Contatti catenali si possono avere con la vegetazione dei detriti di falda (Thlaspienion stylosi), con gli elineti (Oxytropido-Kobresion), con le comunità delle vallette nivali (Arabidion coeruleae, Salicion herbaceae), con i nardeti (Ranunculo-Nardion) o con la vegetazione casmofitica del Saxifragion australis.

Habitat di riferimento (sensu Direttiva Habitat e classificazione EUNIS)

Le comunità del Seslerion apenninae sono riferite agli habitat di Direttiva:

  • 6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine

Livello di conservazione e gestione

In generale lo stato di conservazione della vegetazione corrispondente all’habitat è buono se le aree in cui le si trovano le comunità non sono interessate da interventi antropici, trattandosi di formazioni vegetali di montagna anche poco appetite dagli animali di allevamento. I maggiori pericoli potenziali possono derivare da interventi infrastrutturali (strade, autostrade e metanodotti), villaggi turistici montani, realizzazione di piste da sci e di impianti di risalita. Un recente pericolo è legato al posizionamento di antenne e di pale eoliche. In questi casi si devono considerare anche gli interventi di sistemazione e controllo nel tempo di queste strutture che richiedono la realizzazione di strade, di piazzole per l’istallazione e anche di piccoli edifici di cantiere.

Presenza nei parchi nazionali

Gran Paradiso
Val Grande
Stelvio - Stilfserjoch
Dolomiti Bellunesi
Cinque Terre
Appennino Tosco-Emiliano
Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
Arcipelago Toscano
Monti Sibillini
Gran Sasso e Monti della Laga
Majella
Abruzzo, Lazio e Molise
Circeo
Gargano
Vesuvio
Alta Murgia
Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
Pollino
Sila
Aspromonte
Gennargentu
Asinara
Arcipelago di La Maddalena
XXXXXX

Bibliografia

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