34.2.3 All. Salvio-Dactylion Ubaldi, Speranza & Tonioli in Ubaldi 2003

Sinonimi

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Riferimento del Tipo (holotypus e diagnosi)

Salvio-Dactyletum Ubaldi, Zanotti & Corticelli 1990


Prati da sfalcio relativamente mesofili derivati da colture foraggiere tradizionali su suoli relativamente umidi.

Definizione e descrizione (declaratoria)

Praterie emicriptofitici relativamente mesofili, dell’Appennino settentrionale, in macrobioclima temperato, nei piani bioclimatici a termotipo da mesotemperato superiore a supratemperato inferiore.

Definizione e descrizione inglese

Relatively mesophilous hemicryptophytic grassland communities that grow in the northern Apennines in the Temperate macrobioclimate, with thermotypes ranging from upper mesotemperate to lower supratemperate.

Ecologia

Prati da sfalcio a rinnovo relativamente mesofili, incentrati nelle aree submontane e basso-montane dell’Appennino settentrionale. Questa alleanza corrisponde sostanzialmente all’associazioni Salvio-Dactyletum.

Distribuzione

Vegetazione nota per le aree submontane, collinari e planiziali emiliano-romagnole e per le aree montane del Montefeltro. Fascia submediterranea, padana, colchica.

Struttura della vegetazione e composizione floristica

Fisionomicamente sono delle formazioni a dominanza di Dactylis glomerata, ma è abbastanza comune anche una dominanza di Arrhenatherum elatius. Si avvicinano all’Arrhenatherion per la presenza di un maggior numero di specie della classe Arrhenatheretea rispetto al Convlolvulo-Agropyrion , ma mancano le specie più esigenti per l’acqua che caratterizzano l’Arrhenatherion vero e proprio, tra cui Crepis biennis, Heracleum sphondylium, Pimpinella major, Ranunculus acris. La struttura floristica generale è quella degli Agropyretalia intermedii-repentis, con specie dei Brometalia e ruderali.


Contesto paesaggistico e sinsistema di riferimento

I prati inquadrati nell’alleanza, se vengono abbandonati si inaridiscono per esaurimento della sostanza organica fornita con la letamazione e per una perdita della struttura iniziale del suolo dovuta alla lavorazione. In seguito a questo inaridimento si assiste alla sostituzione di queste cenosi con aggruppamenti costituiti da Brachypodium pinnatum e arbusti di Rosa canina, Crataegus monogyna e Juniperus communis che possono evolversi verso il querceto misto caducifoglio.

In generale la fascia in cui si rinvengono le comunità appartenenti a questa alleanza è quella tipica delle aree submontane e basso montane caratterizzate dalla presenza e diffusione degli aspetti più mesofili del Laburno-Ostryon con cerrete ed ostrieti con Carpinus betulus, faggete miste e castagneti di sostituzione.


Habitat di riferimento (sensu Direttiva Habitat e classificazione EUNIS)

Le comunità del Salvio-Dactylion sono riferite agli habitat di Direttiva:
  • 6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis)

Livello di conservazione e gestione

Il livello di conservazione di tali comunità è attualmente discreto ma l’abbandono delle pratiche agricole in alcune aree interessate da esse sta determinando una loro contrazione.

In termini gestionali è opportuno valutare con attenzione i processi di evoluzione del paesaggio vegetale in relazione all’abbandono delle pratiche agricole. In alcuni contesti tale evoluzione potrebbe essere assecondata a beneficio del recupero della naturalità dei luoghi. In altri casi potrebbe essere utile, invece, mantenere queste comunità seminaturali per conservare le zone aperte.

Presenza nei parchi nazionali

Gran Paradiso
Val Grande
Stelvio - Stilfserjoch
Dolomiti Bellunesi
Cinque Terre
Appennino Tosco-Emiliano
Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
Arcipelago Toscano
Monti Sibillini
Gran Sasso e Monti della Laga
Majella
Abruzzo, Lazio e Molise
Circeo
Gargano
Vesuvio
Alta Murgia
Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
Pollino
Sila
Aspromonte
Gennargentu
Asinara
Arcipelago di La Maddalena
XX

Bibliografia

    Bassi S., Pattuelli M. (a cura di), Servizio Parchi e Risorse forestali della Regione Emilia-Romagna, Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla "Carta degli Habitat dei SIC e delle ZPS dell’Emilia-Romagna" (Determinazione regionale n. 12584 del 2.10.2007), Bologna, 21 dicembre 2007.

    Biondi E., Blasi C., Burrascano S., Casavecchia S., Copiz R., Del Vico E., Galdenzi D., Gigante D., Lasen C., Spampinato G., Venanzoni R. & Zivkovic L., 2009. Manuale Italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE. Società Botanica Italiana. Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, D.P.N. http://vnr.unipg.it/habitat

    Blasi C. (ed.), 2010. La Vegetazione d’Italia. Palombi & Partner S.r.l. Roma.

    Blasi C. (ed.), 2010. La vegetazione d’Italia, Carta delle Serie di Vegetazione, scala 1:500 000. Palombi & Partner S.r.l. Roma.

    Ubaldi D., 2003. Flora, fitocenosi e ambiente. Elementi di Geobotanica e Fitosociologia. CLUEB, Bologna, 334 p.

    Ubaldi D., 2008. Le vegetazioni erbacee e gli arbusteti italiani. Tipologie fitosociologiche ed ecologia. Aracne Editrice, Roma, 336 p.

    Ubaldi D., Zanotti A.L., Corticelli S., 1990. Un’associazione di prateria supramediterranea falciata dell’Appennino settentrionale (Salvio-Dactyletum ass. nova). Arch. Bot. Biogeogr. Ital. 65(3-4): 154-165.

    Puppi G., Ubaldi D., Zanotti A.L., 1999. Carta della vegetazione con itinerari naturalistici 1:15.000 del Parco Regionale dei Boschi di Carrega. Reg. Emilia-Romagna: Servizio Cartografico e Geologico. S.E.L.C.A., Firenze