Ecologia
Prati da sfalcio a rinnovo relativamente mesofili, incentrati nelle aree submontane e basso-montane dell’Appennino settentrionale. Questa alleanza corrisponde sostanzialmente all’associazioni Salvio-Dactyletum.
Distribuzione
Vegetazione nota per le aree submontane, collinari e planiziali emiliano-romagnole e per le aree montane del Montefeltro. Fascia submediterranea, padana, colchica.
Struttura della vegetazione e composizione floristica
Fisionomicamente sono delle formazioni a dominanza di Dactylis glomerata, ma è abbastanza comune anche una dominanza di Arrhenatherum elatius. Si avvicinano all’Arrhenatherion per la presenza di un maggior numero di specie della classe Arrhenatheretea rispetto al Convlolvulo-Agropyrion , ma mancano le specie più esigenti per l’acqua che caratterizzano l’Arrhenatherion vero e proprio, tra cui Crepis biennis, Heracleum sphondylium, Pimpinella major, Ranunculus acris. La struttura floristica generale è quella degli Agropyretalia intermedii-repentis, con specie dei Brometalia e ruderali.
- specie abbondanti e frequenti:
Arrhenatherum elatius,
Geranium dissectum,
Tragopogon porrifolius,
Lychnis flos-cuculi,
Linum bienne,
- specie diagnostiche:
Bunium bulbocastanum,
Campanula rapunculus,
Crepis versicaria,
Dactylis glomerata,
Equisetum telmateja,
Lychnis flos-cuculi,
Potenitlla recta,
Salvia haematodes,
Salvia pratensis,
Tragopogon porrifolius,
Viola tricolor,
Habitat di riferimento (sensu Direttiva Habitat e classificazione EUNIS)
Le comunità del
Salvio-Dactylion sono riferite agli habitat di Direttiva:
- 6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis)
Livello di conservazione e gestione
Il livello di conservazione di tali comunità è attualmente discreto ma l’abbandono delle pratiche agricole in alcune aree interessate da esse sta determinando una loro contrazione.
In termini gestionali è opportuno valutare con attenzione i processi di evoluzione del paesaggio vegetale in relazione all’abbandono delle pratiche agricole. In alcuni contesti tale evoluzione potrebbe essere assecondata a beneficio del recupero della naturalità dei luoghi. In altri casi potrebbe essere utile, invece, mantenere queste comunità seminaturali per conservare le zone aperte.
Bibliografia
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