39a.1.3 All. Ridolfion segeti Nègre ex Rivas-Martínez, Fernández-González & Loidi 1999

Sinonimi

[Ridolfion segetum Nègre ex El Antri 1983 (art. 5)]

Riferimento del Tipo (holotypus e diagnosi)

Ridolfio-Capnophylletum peregrini Guinochet 1978


Definizione e descrizione (declaratoria)

Comunità segetali a ciclo primaverile che si sviluppano su suoli argillosi o comunque ricchi in argille nel bioclima termo- o mesomediterraneo inferiore, secco o subumido.

Definizione e descrizione inglese

Spring segetal communities that grow on clayey or clay-rich soils in thermo- or lower meso-Mediterranean, dry or subhumid bioclimates.

Ecologia

L’alleanza Ridolfion segeti include comunità infestanti i cambi arabili, che crescono su vertisuoli, ricchi di argille espandibili montmorillonitiche, nel bioclima termo- o mesomediterraneo inferiore, da secco a subumido.

Distribuzione

Il Ridolfion segeti è una alleanza diffusa nel Mediterraneo centrale e occidentale (Penisola Iberica meridionale e nord Africa). In Italia l’alleanza è stata segnalata in Calabria e in Sicilia.

Struttura della vegetazione e composizione floristica

L’alleanza include comunità segetali a ciclo primaverile.

¹ la specie è indicata nel lavoro originale ma non è presente in Italia.


Contesto paesaggistico e sinsistema di riferimento

L’alleanza Ridolfion segeti include comunità infestanti i cambi arabili. In Sicilia queste comunità sono dinamicamente collegate alle serie la cui tappa matura è riferibile alla classe Quercetea ilicis.


Habitat di riferimento (sensu Direttiva Habitat e classificazione EUNIS)

Nessuno.

Livello di conservazione e gestione

Il livello di conservazione di queste cenosi è fortemente variabile visti i contesti in cui si sviluppano. Sono infatti adattate a continui disturbi e rimaneggiamenti dei suoli, per effetto delle operazioni agricole, del calpestìo, ecc. Non sempre tollerano però i disturbi determinati dalle attività agricole più intensive (fertilizzazioni di sintesi, diffusione di erbicidi), per cui nei contesti in cui l’agricoltura non è più di tipo tradizionale si assiste alla scomparsa di tali comunità.

In termini gestionali può essere vantaggioso utilizzare queste comunità come bioindicatori delle attività agronomiche. Sarebbe opportuno favorire il mantenimento della loro presenza anche in limitate superfici delle aree ad agricoltura industriale, vista la ricchezza di specie che le contraddistingue, alle quali è legata un’altrettanta ricchezza di altri organismi (in particolare insetti). La loro presenza ha anche un rilevante valore paesaggistico, in virtù della diversificata fenologia delle specie che le caratterizzano.

Presenza nei parchi nazionali

Gran Paradiso
Val Grande
Stelvio - Stilfserjoch
Dolomiti Bellunesi
Cinque Terre
Appennino Tosco-Emiliano
Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
Arcipelago Toscano
Monti Sibillini
Gran Sasso e Monti della Laga
Majella
Abruzzo, Lazio e Molise
Circeo
Gargano
Vesuvio
Alta Murgia
Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
Pollino
Sila
Aspromonte
Gennargentu
Asinara
Arcipelago di La Maddalena
X

Bibliografia

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    Blasi C. (a cura di), 2010. La Vegetazione d’Italia. Palombi & Partner S.r.l. Roma.

    Blasi C. (ed.), 2010. La vegetazione d’Italia, Carta delle Serie di Vegetazione, scala 1:500 000. Palombi & Partner S.r.l. Roma.

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