56.1.2 All. Molinion caeruleae Koch 1926

Sinonimi

[Molinio-Juncion acutiflori P.A. Duvigneaud 1949 p.p. (syntax. syn.)]

Riferimento del Tipo (holotypus e diagnosi)


Definizione e descrizione (declaratoria)

Prati umidi e oligo-mesotrofici, non concimati, a dominanza di Molinia caerulea, che si sviluppano nei piani bioclimatici a termotipo meso- e supratemperato.

Definizione e descrizione inglese

Humid and oligo-mesotrophic, unmanured meadows, dominated by Molinia caerulea, that grow in the meso- and supratemperate thermotypes.

Ecologia

Le comunità dell’alleanza Molinion caeruleae sono rappresentate da praterie umide, che si sviluppano su suoli da subacidi a neutro-alcalini, talora torbosi, soggetti a parziale inaridimento estivo, nei piani bioclimatici che vanno dal meso- al supratemperato.

Distribuzione

L’alleanza Molinion caeruleae è diffusa nell’Italia settentrionale ed è stata rinvenuta anche in Calabria. L’alleanza è ampiamente distribuita nell’Europea temperata.

Contesto paesaggistico e sinsistema di riferimento

Le comunità del Molinion caeruleae sono praterie seminaturali che, in assenza di sfalcio, evolvono, in tempi anche brevi, in comunità legnose riferibili, a seconda del grado di umidità del suolo, delle sue caratteristiche e dell’idrodinamismo, alle cenosi forestali dei Fagetalia sylvaticae o dell’Alnetea glutinosae.

Habitat di riferimento (sensu Direttiva Habitat e classificazione EUNIS)

  • 6410 Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion caeruleae)

Livello di conservazione e gestione

Il livello di conservazione è altamente variabile a seconda delle condizioni stazionali e del livello di utilizzo o di altri fattori di disturbo. 

In generale, queste comunità si sono fortemente contratte nel tempo a seguito dell'abbandono delle tradizionali pratiche colturali sostituite dalle monocolture. In termini gestionali è opportuno mantenere gli usi tradizionali (sfalcio) al fine di conservare queste comunità ma, contestualmente, favorire il recupero di isole di naturalità nei contesti eccessivamente trasformati e poveri di comunità legnose coerenti con le potenzialità locali. In ambienti montano-subalpini possono tollerare e conservarsi nella struttura fondamentale in seguito a pascolamento di tipo estensivo.

Presenza nei parchi nazionali

Gran Paradiso
Val Grande
Stelvio - Stilfserjoch
Dolomiti Bellunesi
Cinque Terre
Appennino Tosco-Emiliano
Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
Arcipelago Toscano
Monti Sibillini
Gran Sasso e Monti della Laga
Majella
Abruzzo, Lazio e Molise
Circeo
Gargano
Vesuvio
Alta Murgia
Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
Pollino
Sila
Aspromonte
Gennargentu
Asinara
Arcipelago di La Maddalena
XXXXX

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