Ecologia
Cenosi pioniere a carattere orofilo, legate a substrati incoerenti di natura calcarea, dolomitica, scistosa o piroclastica. Occupano prevalentemente i piani bioclimatici da mesomediterraneo a supramediterraneo, insediandosi soprattutto tra i 1000 e i 1600 metri, scendendo però fino a 200 metri sulle piroclastiti e sulle scorie laviche dell’Etna.
Distribuzione
L’alleanza è endemica dell’Italia meridionale e della Sicilia (Vesuvio, Pollino, Aspromonte, Etna, Madonie, M.ti Sicani).
Struttura della vegetazione e composizione floristica
Si tratta di comunità pioniere a copertura discontinua, floristicamente piuttosto povere. Costituite principalmente da emicriptofite e camefite che possiedono adattamenti e strategie specifiche che gli permettono di insediarsi sul detrito mobile (glareofite). Queste comunità sono, in genere, costituite da un numero limitato di taxa, fra cui diverse entità endemiche come Linaria purpurea, Rumex scutatus subsp. glaucescens, Ptilostemon niveus, Hesperis cupaniana, Senecio ambiguus, S. glaber, S. ambiguus subsp. nebrodensis, Scutellaria rubicunda, Artemisia campestris subsp. variabilis, Cardamine glauca.
- specie abbondanti e frequenti:
Linaria purpurea,
Arrhenatherum nebrodense,
Rumex scutatus,
Scrophularia canina subsp. bicolor,
Centranthus ruber,
Lactuca viminea,
Galium lucidum,
Isatis tinctoria,
Achnatherum calamagrostis,
Artemisia campestris subsp. variabilis,
Cerastium tomentosum,
- specie diagnostiche:
Linaria purpurea,
Arrhenatherum nebrodense,
Arrhenatherum sardoum,
Rumex scutatus subsp. scutatus,
Secale strictum,
Ptilostemon niveus,
Aethionema saxatile,
Habitat di riferimento (sensu Direttiva Habitat e classificazione EUNIS)
Le comunità del
Linarion purpureae sono riferite all'habitat di Direttiva:
- 8130 Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili
Livello di conservazione e gestione
Il livello di conservazione di queste comunità è complessivamente buono vista la loro diffusione e i particolari contesti in cui si sviluppano, difficilmente colonizzabili da altre formazioni e molto peculiari e selettivi, tali da determinare la presenza di diversi endemiti.
In termini gestionali è opportuno mantenere i fenomeni naturali di disturbo e le morfologie derivate da essi.
Bibliografia
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