Ecologia
L’alleanza Hordeion leporini raggruppa comunità nitrofile prettamente primaverili di tipo ruderale, frequenti ai bordi delle strade di comunicazione e dei viottoli di campagna, talora anche sulle discariche di materiale di rifiuto e in prossimità dei muri di separazione dei poderi. Questa alleanza occupa una posizione ecologica intermedia tra le praterie terofitiche subnitrofile dei Thero-Brometalia e le formazioni nitrofile di ambienti antropizzati dei Chenopodietalia muralis. L’Hordeion leporini è distribuito prevalentemente nella fascia costiera e collinare e ha il suo optimum nei territori a clima mediterraneo arido.
Distribuzione
L’alleanza è diffusa nella Spagna continentale e meridionale, in Italia peninsulare, Dalmazia, Grecia e grandi isole centro-mediterranee.
Struttura della vegetazione e composizione floristica
L’alleanza mostra una notevole ricchezza floristica, in linea con la sua diffusione e il numero elevato di associazioni che raggruppa.
¹ la specie è indicata nel lavoro originale ma non è presente in Italia.
- specie abbondanti e frequenti:
Hordeum murinum subsp. leporinum,
Chrysanthemum coronarium,
Anacyclus clavatus,
Lophochloa cristata,
Carduus pycnocephalus,
Bromus madritensis,
Bromus hordeaceus,
Plantago lagopus,
Lolium rigidum,
Medicago polymorpha,
Galactites tomentosa,
Avena barbata,
Avena sterilis,
- specie diagnostiche:
Hordeum murinum subsp. leporinum,
Sisymbrium officinale,
Koeleria phleoides,
Carduus pycnocephalus,
Spergularia campestris ¹,
Plantago major,
Rumex pulcher,
Amaranthus deflexus,
Portulaca oleracea,
Ammi majus,
Marrubium vulgare,
Chenopodium vulvaria,
Chenopodium opulifolium,
Anthemis cotula,
Scolymus hispanicus,
Xanthium spinosum,
Malva sylvestris,
Anacyclus clavatus,
Crepis bursifolia,
Livello di conservazione e gestione
Il livello di conservazione di queste cenosi è ampiamente variabile visti i contesti in cui esse si sviluppano. Sono infatti adattate alla presenza dell’uomo e ad alcuni disturbi da esso prodotti (in particolare il rimaneggiamento dei suoli, il calpestìo, l’abbandono di rifiuti organici, moderate forme di inquinamento chimico, ecc.). Nei contesti in cui però tali disturbi diventano troppo sostenuti anche tali comunità scompaiono o si presentano fortemente semplificate nella composizione.
In termini gestionali queste comunità, non rappresentano certamente una priorità per fini conservazionistici, possono assumere un valore per finalità di monitoraggio delle pressioni antropiche.
Bibliografia
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