Ecologia
L’alleanza Echio plantaginei-Galactition tomentosae descrive le comunità annuali sub-nitrofile che si sviluppano sui terreni incolti, lungo i bordi delle strade e nelle aree dismesse, su differenti tipi di substrato, in ambiti a clima mediterraneo, caratterizzati da inverni miti ad elevate precipitazioni e con un chiaro carattere di oceanicità.
Distribuzione
In Italia l’alleanza Echio plantaginei-Galactition tomentosae è diffusa nei territori a clima mediterraneo. In Europa l’alleanza si sviluppa nel mediterraneo occidentale, ma è possibile trovarla anche nei settori eurosiberiani.
Struttura della vegetazione e composizione floristica
L’alleanza include comunità annuali sub-nitrofile di taglia media, ricche di specie terofitiche.
¹ la specie è indicata nel lavoro originale ma non è presente in Italia.
- specie abbondanti e frequenti:
Echium plantagineum,
Dasypyrum villosum,
Avena barbata,
Bromus hordeaceus,
Lolium rigidum,
Galactites tomentosa,
Gastridium ventricosum,
Plantago lanceolata,
Plantago lagopus,
Bromus diandrus,
Medicago rigidula,
Lotus ornithopodioides,
Sherardia arvensis,
- specie diagnostiche:
Echium plantagineum,
Galactites tomentosa,
Gastridium ventricosum,
Medicago ciliaris,
Medicago murex,
Melilotus elegans,
Melilotus italicus,
Reichardia intermedia subsp. gracilis,
Reichardia intermedia subsp. intermedia,
Silene fuscata,
Silene scabriflora subsp. tuberculata ¹,
Vulpia geniculata,
Vulpiella tenuis,
Livello di conservazione e gestione
Il livello di conservazione di queste cenosi è fortemente variabile visti i contesti in cui si sviluppano. Sono infatti adattate a continui disturbi e rimaneggiamenti dei suoli, per effetto delle operazioni agricole, del calpestìo, ecc. Non sempre tollerano però i disturbi determinati dalle attività agricole più intensive (fertilizzazioni di sintesi, diffusione di erbicidi), per cui nei contesti in cui l’agricoltura non è più di tipo tradizionale si assiste alla scomparsa di tali comunità.
In termini gestionali può essere vantaggioso utilizzare queste comunità come bioindicatori delle attività agronomiche. Sarebbe opportuno favorire il mantenimento della loro presenza anche in limitate superfici delle aree ad agricoltura industriale, vista la ricchezza di specie che le contraddistingue, alle quali è legata un’altrettanta ricchezza di altri organismi (in particolare insetti). La loro presenza ha anche un rilevante valore paesaggistico, in virtù della diversificata fenologia delle specie che le caratterizzano.
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