39a.3.3 All. Diplotaxion erucoidis Br.-Bl. in Br.-Bl., Gajewski, Wraber & Walas 1936 em. Brullo & Marcenò 1980

Sinonimi

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Riferimento del Tipo (holotypus e diagnosi)

Diplotaxietum  erucoidis Br.-Bl. 1936


Vegetazione basofila a Diplotaxis erucoides infestante le colture non irrigate durante il periodo estivo, che si sviluppa su suoli calcarei, argillosi e marnosi.

Definizione e descrizione (declaratoria)

Comunità infestanti, terofitiche, delle colture sarchiate e fertilizzate, non irrigate in estate: oliveti, vigneti e frutteti, che si sviluppano su suoli calcarei e marnosi, nei piani bioclimatici a termotipo termo- e mesomediterraneo.

Definizione e descrizione inglese

Weed therophytic communities of root and fertilized crops that are not irrigated in summer: olive groves, vineyards and orchards, on calcareous and marly soils, in thermo- and meso-Mediterranean thermotypes.

Ecologia

L’alleanza Diplotaxion erucoidis descrive le comunità infestanti, terofitiche, delle colture sarchiate e fertilizzate, non irrigate nei mesi estivi, che si sviluppano su suoli calcarei e marnosi, nei piani termo- e mesomediterranei.

Distribuzione

L’alleanza Diplotaxion erucoidis è diffusa in Sicilia e nella penisolameridionale. Risulta, inoltre, distribuita nelle zone più calde dell’Europa meridionale (Francia meridionale, Spagna centrale e meridionale, Dalmazia, Balcani) e in Nord-Africa.

Contesto paesaggistico e sinsistema di riferimento

Le comunità del Diplotaxion erucoidis sono infestanti, terofitiche delle colture sarchiate e fertilizzate.

Questa alleanza include cenosi di sostituzione relative alle serie di vegetazione la cui tappa matura è riferibile alla classe Quercetea ilicis.


Habitat di riferimento (sensu Direttiva Habitat e classificazione EUNIS)

Nessuno.

Livello di conservazione e gestione

Il livello di conservazione di queste cenosi è fortemente variabile visti i contesti in cui si sviluppano. Sono infatti adattate a continui disturbi e rimaneggiamenti dei suoli, per effetto delle operazioni agricole, del calpestìo, ecc. Non sempre tollerano però i disturbi determinati dalle attività agricole più intensive (fertilizzazioni di sintesi, diffusione di erbicidi), per cui nei contesti in cui l’agricoltura non è più di tipo tradizionale si assiste alla scomparsa di tali comunità.

In termini gestionali può essere vantaggioso utilizzare queste comunità come bioindicatori delle attività agronomiche. Sarebbe opportuno favorire il mantenimento della loro presenza anche in limitate superfici delle aree ad agricoltura industriale, vista la ricchezza di specie che le contraddistingue, alle quali è legata un’altrettanta ricchezza di altri organismi (in particolare insetti). La loro presenza ha anche un rilevante valore paesaggistico, in virtù della diversificata fenologia delle specie che le caratterizzano.

Presenza nei parchi nazionali

Gran Paradiso
Val Grande
Stelvio - Stilfserjoch
Dolomiti Bellunesi
Cinque Terre
Appennino Tosco-Emiliano
Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
Arcipelago Toscano
Monti Sibillini
Gran Sasso e Monti della Laga
Majella
Abruzzo, Lazio e Molise
Circeo
Gargano
Vesuvio
Alta Murgia
Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
Pollino
Sila
Aspromonte
Gennargentu
Asinara
Arcipelago di La Maddalena
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Bibliografia

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    Blasi C. (a cura di), 2010. La Vegetazione d’Italia. Palombi & Partner S.r.l. Roma.

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